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Le "zone morte" oceaniche stanno proliferando a causa del riscaldamento globale

Pubblicato 6 gennaio 2023
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Le aree nell'oceano dove il livello di ossigeno è al di sotto del livello normale (aree ipossiche) sono chiamate "zone morte". Le zone morte stanno aumentando. Oggi esistono più di 400 aree in cui gli animali marini non possono più sopravvivere, rispetto alle 105 aree del 2003. Queste aree insieme misurano un totale di 245.000 chilometri quadrati.km e stanno minacciando più di un terzo degli organismi marini.

Una diminuzione del livello di ossigeno può essere molto pericolosa per i vertebrati marini che hanno bisogno di respirare, mettendoli a rischio di morte. Gli animali sedentari e lenti sono i più a rischio poiché non possono migrare abbastanza velocemente verso aree con livelli di ossigeno più alti.

Il riscaldamento globale è una delle principali cause delle zone morte, poiché provoca l'aumento della temperatura dell'acqua e l'ossigeno non si dissolve correttamente nelle acque calde. L'aumento delle temperature causa anche il ristagno delle correnti marine, impedendo il mescolamento e la riossigenazione di queste aree. Limitare il riscaldamento globale a un massimo di 1,5 o 2 °C e ridurre le emissioni di gas serra potrebbe fermare l'aumento delle zone morte.

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