
Il Mar Mediterraneo sta vivendo una trasformazione senza precedenti. L’aumento delle temperature e l’intensificarsi del traffico marittimo ha favorito l’ingresso di specie aliene nel bacino, molte delle quali provenienti da habitat tropicali o sub-tropicali e potenzialmente invasive. Questo processo, noto come tropicalizzazione del Mediterraneo, sta mettendo a rischio la biodiversità e l’economia ittica del Mare Nostrum.
Un recente aggiornamento del Copernicus Marine Service conferma la gravità della situazione: il 22 giugno 2025 è stata registrata un’ondata di calore marina (marine heatwave) nel Mar Mediterraneo, con anomalie della temperatura dell’acqua superficiale superiori ai +5 °C rispetto alla media stagionale. La zona più colpita è l’area occidentale del bacino, in particolare le acque intorno alle Isole Baleari e il Mar Tirreno.
Perché il Mediterraneo si sta tropicalizzando
Negli ultimi 25 anni la temperatura media del Mediterraneo è aumentata di oltre 1 °C, un ritmo del 20% superiore rispetto alla media globale. Le acque sono diventate più calde e più salate, creando condizioni favorevoli all’insediamento di specie tipiche dei Tropici, come la ricciola fasciata (Seriola fasciata) o l’alga Caulerpa taxifolia. Si prevede che entro il 2100 la temperatura della superficie dell’acqua aumenterà dai 3.5° C ai 4.5° C in più rispetto ad oggi (dati IPCC AR6).
Il risultato è un ecosistema in rapido mutamento, dove le specie native si trovano a competere con nuove arrivate più resistenti e aggressive, capaci di alterare profondamente gli equilibri ecologici.
Cosa sono le specie aliene invasive
Le specie aliene invasive sono organismi – animali, vegetali o microrganismi – che si insediano in un ambiente diverso da quello originario e causano gravi conseguenze ambientali, economiche o sanitarie. La loro diffusione è favorita dall’assenza di predatori naturali, dall’elevata capacità di adattamento e da cicli riproduttivi rapidi.
Nel Mediterraneo sono state registrate oltre 1.000 specie non native: molte sono ormai stabilmente presenti e diverse si sono rivelate invasive, riducendo la biodiversità marina e mettendo in crisi interi comparti economici, come quello della pesca.
Alcuni esempi di specie invasive nel Mediterraneo
• Granchio blu (Callinectes sapidus): introdotto accidentalmente con le acque di zavorra delle navi, ha causato danni stimati in 200 milioni di euro alla molluschicoltura italiana, minacciando oltre 3.000 aziende. È un predatore aggressivo di cozze e vongole.
• Pesce scorpione (Pterois miles): tra le specie più invasive al mondo, è comparso in Italia nel 2016. Si riproduce velocemente e le sue spine velenose possono causare punture dolorose. Nel 2025 sono già oltre 1.800 le segnalazioni nel Mediterraneo.
• Pesce palla maculato (Lagocephalus sceleratus): segnalato per la prima volta in Italia nel 2013, contiene una tossina (tetrodotossina) potenzialmente letale per l’uomo.
• Pesce coniglio scuro (Siganus luridus) e pesce coniglio striato (Siganus rivulatus): segnalati in Italia da diversi anni, sono erbivori invasivi che impoveriscono le praterie marine.
• Caulerpa aliena (Caulerpa taxifolia): un’alga tossica che ha colonizzato vaste aree di fondali, riducendo gli habitat naturali delle specie autoctone.
Impatti ecologici ed economici
Le specie aliene invasive sono considerate tra i principali fattori della perdita globale di biodiversità. Competono per risorse e habitat con le specie native possono introdurre malattie o parassiti e persino causare l’estinzione di specie locali.
Ma gli effetti non sono solo ecologici:
• Economici: il granchio blu ha già provocato danni ingenti alle attività di pesca e acquacoltura.
• Sociali: alcune specie possono rappresentare un rischio per la salute umana (punture, tossicità).
• Culturali: la tropicalizzazione modifica la tipicità del Mediterraneo, con impatti anche sulla gastronomia e sulle tradizioni locali.
Monitoraggio e campagne di allerta
Per contrastare la diffusione delle specie invasive, il ruolo di cittadini, pescatori e subacquei è diventato fondamentale. Dal 2022 ISPRA e CNR-IRBIM portano avanti la campagna di sensibilizzazione “Attenti a quei 4!”, dedicata al pesce scorpione, al pesce palla maculato e ai due pesci coniglio.
Grazie alle segnalazioni fotografiche e video dei cittadini, è stato possibile aggiornare mappe di distribuzione e creare il più ampio dataset europeo sulla presenza di queste specie nel Mediterraneo.
Un mare che cambia volto
La tropicalizzazione del Mediterraneo e l’arrivo di specie aliene invasive rappresentano una delle sfide ambientali più urgenti per il nostro Paese. Servono monitoraggio, ricerca scientifica e politiche di contenimento, ma anche una forte collaborazione tra cittadini e autorità. Solo così sarà possibile proteggere la biodiversità del Mediterraneo e garantire un futuro sostenibile alle comunità che da sempre vivono grazie alle sue risorse.