
“Quello che l'occhio non vede, il cuore non piange.”, ma che dire del fondo dei nostri mari? Dell'enorme quantità di rifiuti che finisce in mare ogni anno, il 50% è destinato a depositarsi sul fondale marino. Un disastro alimentato dallo smaltimento illegale e dai rifiuti trasportati in mare da fiumi e torrenti che, grazie alla pioggia e al vento, raccolgono plastica e oggetti abbandonati a chilometri di distanza dalla costa. Nel corso degli anni, sono state create vere e proprie discariche sommerse, un emergenza ambientale che colpisce tutto il mondo, e dal quale l'Italia non è sfuggita.
Nel difficile tentativo di rimuovere spazzatura subacqueadiscariche trovate a profondità da 20 a 800 metri in Sicilia e Liguria, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l'Università La Sapienza e l'Associazione Menkab – da tempo impegnati nello studio dei rifiuti urbani depositati sui fondali marini – hanno unito le forze. Insieme forniscono supporto scientifico e attrezzature all'avanguardia in grado di accedere a profondità difficili da raggiungere.
Il documentarista e ambasciatore della One Ocean Foundation Igor d’India li segue, raccogliendo immagini del team di ricercatori impegnati nella rimozione dei rifiuti. Igor sta documentando in tempo reale le operazioni di ricerca e recupero come parte del suo ambizioso progetto “Abyss Cleanup”, che darà vita a una storia a episodi pensata per la TV e il web.