
Mangrovie, paludi salmastre e praterie di fanerogame marine non sono solo habitat preziosi per la biodiversità: rappresentano anche alcuni dei più potenti alleati nella lotta al cambiamento climatico. Questi ecosistemi, noti come blue carbon ecosystems, hanno la capacità di assorbire e immagazzinare carbonio fino a cinque volte più delle foreste terrestri, nonostante coprano meno del 2% della superficie dell’oceano.
Un recente studio pubblicato su npj Ocean Sustainability, firmato da Carlos Duarte, professore alla KAUST University e membro del comitato scientifico di One Ocean Foundation, analizza la crescita dei blue carbon projects (BCPs) e il mercato dei relativi blue carbon credits (BCCs), mettendo in luce il loro potenziale, le dinamiche economiche e le sfide di governance.
Cosa sono i Blue Carbon Projects
I BCPs quantificano e verificano il sequestro di carbonio derivante da azioni di conservazione e ripristino, e lo trasformano in crediti di carbonio scambiabili (Blue Carbon Credits, BCCs). Aziende e governi possono acquistare questi crediti per compensare le proprie emissioni, generando allo stesso tempo risorse finanziarie per proteggere habitat fondamentali e supportare le comunità locali.
Numeri in crescita, ma potenziale ancora inespresso
Dal 2014 al 2025 sono stati emessi quasi 7 milioni di blue carbon credits, corrispondenti a circa 20 milioni di tonnellate di CO₂ sequestrate ogni anno. Oggi i progetti attivi coprono circa 2 milioni di ettari, soprattutto mangrovie, ma il potenziale globale stimato è cinquanta volte superiore. Senza un’accelerazione degli investimenti e delle iniziative, sarà difficile raggiungere gli obiettivi fissati dal Kunming-Montreal Global Biodiversity Framework, che prevede il ripristino del 30% degli habitat degradati entro il 2030.
La maggior parte dei progetti si sviluppa in paesi in via di sviluppo come Pakistan, India, Senegal e Indonesia. Tra i progetti più rilevanti figura il Delta Blue Carbon in Pakistan, che da solo rappresenta gran parte dei crediti disponibili sul mercato.
Sul fronte della domanda, invece, i principali acquirenti sono aziende e istituzioni di Paesi industrializzati come Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Giappone e Canada.
Prezzi e squilibri: una questione di equità
Ogni Blue Carbon Credits corrisponde a una tonnellata metrica di CO₂ equivalente (t CO₂e). I report pubblicati indicano che i BCC hanno un valore compreso tra 5 e 35 dollari (ossia tra i 4 e i 32 euro) per tCO₂e, con i progetti sulle mangrovie che raggiungono prezzi più elevati. Tuttavia, questi valori restano inferiori rispetto ai mercati regolamentati come l’UE-ETS, dove nel 2024 i crediti superavano i 60 dollari.
Questa differenza riflette un problema di sottovalutazione dei progetti nei Paesi in via di sviluppo, che rischiano di non ricevere un giusto ritorno economico per i servizi ecosistemici forniti. Una dinamica che alimenta il cosiddetto “debito climatico”, cioè la responsabilità storica per i danni ambientali delle nazioni ad alte emissioni a spese delle nazioni a basse emissioni.
Un’opportunità per clima, biodiversità e comunità
Nonostante le criticità, i Blue Carbon Projects rappresentano una soluzione naturale e scalabile per contrastare il cambiamento climatico. Oltre alla riduzione delle emissioni, essi contribuiscono a proteggere la biodiversità marina e costiera, a rafforzare la resilienza delle comunità locali contro eventi estremi e innalzamento del mare, e infine a garantire nuove opportunità economiche basate sulla conservazione della natura.
Per liberare il pieno potenziale del blue carbon è necessario:
- aumentare la trasparenza e la regolamentazione del mercato volontario del carbonio;
- garantire prezzi equi per i crediti, che riflettano il reale valore ecologico e sociale dei progetti;
- ampliare le iniziative anche a ecosistemi ancora poco rappresentati, come le praterie di fanerogame.
Se adeguatamente sostenuti, i progetti di blue carbon potranno crescere fino a 50 volte rispetto agli attuali, diventando un pilastro delle strategie globali per il clima e la biodiversità.