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One Ocean Foundation e Università Statale di Milano: pubblicata la prima mappa su ampia scala dello stato di contaminazione dei ghiacciai italiani

Pubblicato 2 settembre 2025
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È stato pubblicato sulla rivista scientifica Archives of Environmental Contamination and Toxicology il primo studio che documenta in modo sistematico lo stato di contaminazione dei ghiacciai italiani. La ricerca - condotta dal gruppo di ricerca dell’Università Statale di Milano guidato da Marco Parolini, professore presso il Dipartimento di Scienze e Politiche , con il sostegno di One Ocean Foundation e Giorgio Armani - rientra nel più ampio progetto “Il mare inizia da qui” della Fondazione.

L’indagine ha coinvolto 15 ghiacciai alpini e l’unico ghiacciaio appenninico, il Calderone, mappando la presenza di contaminanti organici e inorganici e le rispettive fonti di contaminazione. I risultati mostrano come i ghiacciai, considerati a lungo i “congelatori” del Pianeta, siano oggi vere e proprie sentinelle ambientali: accumulano sostanze inquinanti prodotte dall’essere umano e, con il loro scioglimento, accelerato a causa del cambiamento climatico, rilasciano tali composti nei corsi d’acqua e, potenzialmente, negli ecosistemi marini.


Ghiacciai e inquinamento globale

Il rapido arretramento dei ghiacciai, legato all’aumento delle temperature globali, non comporta solo una riduzione delle riserve idriche e un aumento del livello dei mari, ma anche un nuovo rischio: la liberazione di inquinanti accumulati nel corso dei decenni. Tra questi figurano metalli pesanti, composti organici persistenti (POPs) come DDT e PCB, e altri contaminanti emergenti.

Queste sostanze, trasportate per via atmosferica o derivanti da fonti locali come attività estrattive, impianti sciistici o residuati bellici, rimangono intrappolate nel ghiaccio per anni. Il loro rilascio durante la fusione minaccia la qualità delle acque e la salute degli ecosistemi a valle, evidenziando l’interconnessione tra sistemi montani e marini attraverso il ciclo dell’acqua.


La ricerca: metodi e analisi

Tra il 2020 e il 2021 i ricercatori hanno raccolto campioni di detrito sopraglaciale da 16 ghiacciai italiani:

Alpi occidentali: Ghiacciaio Bianco, Pré de Bar, Mont Miné, Preda Rossa

Alpi centrali: Fellaria ovest, Fellaria, Lupo, Dosdè, Platigliole, Sforzellina

Alpi orientali: Mandrone, Ebenferner-Vedretta Piana, Forni, Cedec, Pasterze

Appennini: Calderone

Nei laboratori dell’Università Statale di Milano i campioni sono stati analizzati per identificare la presenza di metalli pesanti (Fe, Al, Mn, Pb, Cd, Hg, Zn e altri), sostanze già presenti in natura che possono diventare un problema in elevate concentrazioni, e composti organici persistenti (DDT, PCB, HCB), sostanze chimiche prodotte dall’uomo.

I dati hanno rivelato una contaminazione diffusa da elementi in traccia, con concentrazioni variabili da ghiacciaio a ghiacciaio. Alcuni, come l’Ebenferner, presentano livelli più elevati di metalli tossici (Cd, Hg, Pb, Zn), probabilmente legati alla vicinanza di infrastrutture sciistiche. In altri, come il Preda Rossa, la contaminazione è attribuibile a caratteristiche geologiche locali.


Conclusioni e prospettive

Lo studio conferma che i ghiacciai italiani svolgono un duplice ruolo: da un lato accumulano e conservano contaminanti derivanti da attività passate e presenti, dall’altro li rilasciano con lo scioglimento, contribuendo al rischio ambientale a valle. Questa dinamica evidenzia come l’inquinamento rappresenti un problema comune che attraversa gli ecosistemi: le sostanze intrappolate nei ghiacci raggiungono i corsi d’acqua e, infine, il mare, mettendo in connessione ambienti apparentemente lontani ma in realtà profondamente interdipendenti.

Le evidenze raccolte sottolineano l’importanza di un monitoraggio costante non solo delle sostanze “storiche”, ma anche dei contaminanti emergenti, per valutare gli effetti sulla qualità delle acque e sugli ecosistemi acquatici.

In questo quadro, il progetto “Il mare inizia da qui” si inserisce in una visione olistica promossa da One Ocean Foundation, che collega la salute dei ghiacciai a quella del mare. Questo approccio integrato – che combina ricerca, educazione e sensibilizzazione – rappresenta uno strumento fondamentale per affrontare sfide globali come il cambiamento climatico e l’inquinamento ambientale.

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