
Sette limiti planetari oltrepassati
Il Planetary Health Check 2025, pubblicato dal Planetary Boundaries Science Lab del Potsdam Institute for Climate Impact Research (PIK), lancia un allarme senza precedenti: 7 dei 9 limiti planetari che definiscono lo “spazio operativo sicuro” per la Terra sono stati superati, uno in più rispetto al 2024.
I confini già oltrepassati sono:
- Cambiamento climatico
- Integrità della biosfera
- Cambiamento dell’uso del suolo
- Uso dell’acqua dolce
- Flussi biogeochimici
- Introduzione di nuove entità chimiche
- Acidificazione degli oceani (novità del 2025)
Solo il buco dell’ozono e l’inquinamento da aerosol restano oggi nella zona di sicurezza, grazie a decenni di cooperazione internazionale.
Anche l’oceanografa Sylvia Earle ha ricordato: “L’oceano è il sistema di supporto vitale del nostro pianeta. Senza mari sani, non esiste un pianeta sano. L’acidificazione è una spia rossa lampeggiante: proteggere l’oceano significa proteggere noi stessi”.
Che cos’è l’acidificazione degli oceani
L’oceano assorbe circa un quarto della CO₂ prodotta dalle attività umane. Questa funzione lo rende fondamentale per regolare il clima globale, ma ha un costo: la CO₂ si scioglie in mare trasformandosi in acido carbonico, provocando un abbassamento del pH delle acque.
Dall’inizio dell’era industriale, il pH superficiale oceanico è calato di circa 0,1 unità, pari a un aumento del 30-40% dell’acidità. Un cambiamento che spinge gli ecosistemi marini oltre la soglia di resilienza.
Gli effetti sugli ecosistemi marini
L’acidificazione mette in pericolo soprattutto gli organismi che costruiscono conchiglie e scheletri calcarei, come pteropodi, molluschi e coralli. I minuscoli pteropodi, fondamentali per la catena alimentare marina, mostrano già segni di erosione dei gusci, con conseguenze a cascata su pesci, uccelli marini e, infine, sulla pesca globale.
I coralli tropicali e quelli di acque fredde sono tra i più colpiti, insieme alla fauna marina artica, dove i cambiamenti chimici avvengono più rapidamente.
Perché agire è ancora possibile
Se la diagnosi del Pianeta appare drammatica, gli scienziati sottolineano che il cambiamento è possibile. L’esempio della protezione dello strato di ozono, grazie al Protocollo di Montréal, dimostra che azioni globali coordinate possono invertire i trend negativi.
La sfida ora è ridurre le emissioni di combustibili fossili, frenare la deforestazione e proteggere gli oceani: solo così sarà possibile riportare la Terra in una zona di sicurezza.