
I ricci di mare sono echinodermi, parenti delle stelle marine, e abitano i fondali dell’oceano. Ne esistono tantissime specie diverse, ma nel Mar Mediterraneo le più note sono due: il riccio di mare viola (Paracentrotus lividus) e il riccio nero (Arbacia lixula), specie chiave per l’ecosistema ma ampiamente conosciute anche in gastronomia.
Questi organismi, apparentemente semplici, svolgono un ruolo decisivo: contribuiscono a mantenere l’equilibrio degli ecosistemi marini, regolando ad esempio la crescita delle alghe e fornendo cibo a predatori.
Biologia e curiosità: più complessi di quanto sembri
Dietro al guscio rigido e agli aculei appuntiti, i ricci nascondono aspetti sorprendenti. Aristotele descrisse la loro bocca per la prima volta la cui struttura ricordava una lanterna – da qui “lanterna di Aristotele”: si trova nella parte inferiore ed è un complesso apparato masticatore con 5 denti mobili . Inoltre:
- Sono erbivori: si nutrono soprattutto di alghe e sono quindi veri “giardinieri del mare”.
- Specie indicatrici: la loro salute racconta molto sullo stato dell’ambiente marino.
- Maschi e femmine sono identici: dall’esterno non è possibile distinguerli.
Una risorsa economica e culturale sotto pressione
Il riccio di mare non è solo fondamentale per l’ambiente: è anche una risorsa economica legata alla pesca tradizionale e alla cucina mediterranea. Tuttavia, la forte domanda commerciale e la pesca sportiva hanno ridotto drasticamente le popolazioni di ricci in molte aree costiere.
La pesca non è l’unica minaccia. I ricci stanno diventando sempre più vulnerabili a causa del cambiamento climatico e dell’acidificazione del Mediterraneo:
- Uno studio pubblicato nel 2023 su Marine Pollution Bulletin, condotto da ISPRA insieme all’Università di Nottingham, ha mostrato come i ricci siano oggi più sensibili all’inquinamento da rame rispetto al passato. Questo significa che i cambiamenti climatici hanno ridotto la loro capacità di tollerare sostanze tossiche, rendendo più frequenti fenomeni di moria di massa.
- Inoltre, la specie simbolo del Mediterraneo, il riccio viola (Paracentrotus lividus), è oggi a rischio. Un recente studio internazionale pubblicato nel 2025 su Nature – Scientific Reports ha analizzato la situazione in Sicilia e Puglia, rivelando un chiaro declino delle popolazioni.
Una nuova minaccia: i ricci alieni
Al declino delle specie autoctone si aggiunge l’arrivo di specie aliene invasive, introdotte accidentalmente attraverso le rotte marittime. Tra queste, il riccio tropicale Diadema setosum, originario dell’Indo-Pacifico. Con i suoi aculei lunghi e pungenti, è già stato segnalato in più zone del Mediterraneo. La sua presenza può alterare gli equilibri locali, entrando in competizione con i ricci autoctoni già in difficoltà.