
One Ocean Foundation, organizzazione non profit attiva a livello internazionale per la tutela dell’ambiente marino, ha presentato questa mattina, nella baia di Cala di Volpe in Sardegna, l’ampliamento del progetto Blue Forest. Si tratta della più estesa iniziativa di riforestazione marina nel Mar Mediterraneo, con l’obiettivo di proteggere e ripristinare la Posidonia oceanica, pianta endemica dei nostri mari e fondamentale per la salute degli ecosistemi marini.
L’iniziativa nasce da una collaborazione scientifica tra One Ocean Foundation e l’Università di Sassari, con il supporto tecnico della International School for Scientific Diving e il sostegno di partner come Pirelli, che ha permesso l’avvio del progetto, e Smeralda Holding, insieme a una rete crescente di aziende e istituzioni impegnate nella salvaguardia dell’oceano.
Area di intervento: Cala di Volpe
Il progetto interessa circa 80 ettari di area marina all’interno del campo boe di Cala di Volpe, dove è presente una prateria di Posidonia oceanica danneggiata, colpita prima dell’introduzione delle normative su accesso e ancoraggio.
Un passo fondamentale per la protezione dell’area è stato compiuto oltre 20 anni fa da Smeralda Holding, con la creazione del campo boe per regolamentare l’accesso e salvaguardare l’ecosistema marino, riducendo la pressione antropica sulla prateria. Il sistema, tuttora in vigore, vieta l’ancoraggio libero e consente un accesso controllato—condizioni essenziali per qualsiasi azione di ripristino ecologico.
“Cala di Volpe e l’intera costa del Comune di Arzachena sono aree di grande valore ambientale: ecosistemi delicati da tutelare sia a terra che sott’acqua. Proteggere la Posidonia oceanica è un’azione concreta per preservare l’identità del nostro territorio, in particolare per il suo ruolo nel contrasto all’erosione costiera. Questo progetto unisce scienziati, imprese e fondazioni in una sinergia virtuosa—un’iniziativa che il nostro Comune non può che sostenere e accogliere con favore”, ha dichiarato il sindaco di Arzachena, Roberto Ragnedda.
Fasi del progetto e ricerca scientifica
Guidato dalla Dott.ssa Giulia Ceccherelli del Dipartimento di Scienze Chimiche, Fisiche, Matematiche e Naturali dell’Università di Sassari e coordinato tecnicamente dal Dott. Stefano Acunto (I.S.S.D.), il progetto segue un approccio scientifico e sperimentale volto a identificare soluzioni scalabili per la riforestazione marina su larga scala.
1. Mappatura dell’area
La prima fase ha previsto la mappatura preliminare di circa 80 ettari di fondale marino per individuare le zone più idonee alla riforestazione. Le attività, coordinate dallo spin-off universitario Geomars sotto la guida del Prof. Vincenzo Pascucci, hanno utilizzato strumenti avanzati come Side Scan Sonar, ROV e immersioni subacquee, producendo una mappa biocenotica ad alta risoluzione della prateria di Posidonia nella baia.
2. Riforestazione marina
Le attività iniziali di trapianto sono già state completate su circa 500 metri quadrati, utilizzando stuoie biodegradabili in fibra di cocco e reti metalliche installate sul fondale, ognuna contenente circa 20 talee per metro quadrato. Le talee, raccolte esclusivamente da esemplari naturalmente sradicati nelle zone di sedimentazione della baia, saranno affiancate da una fase sperimentale con piantine ottenute dai frutti spiaggiati in seguito a fioriture eccezionali invernali.
3. Ricerca e monitoraggio
Dopo la riforestazione, è previsto un monitoraggio scientifico triennale. Il team dell’Università di Sassari valuterà l’evoluzione temporale dello stato morfologico e fisiologico della prateria ripristinata e condurrà analisi della biodiversità utilizzando tecniche innovative come l’ecoacustica e l’intelligenza artificiale per l’elaborazione dei dati ambientali.
“Combinare riforestazione e ricerca scientifica contribuirà significativamente alla conoscenza attuale sul ripristino della Posidonia oceanica, migliorando l’efficacia degli interventi e garantendo un impatto concreto e duraturo sui servizi ecosistemici associati. Questo approccio integrato permetterà anche di monitorare meglio le risposte dell’habitat ai cambiamenti ambientali, ottimizzare le tecniche di trapianto e supportare una gestione sostenibile a lungo termine delle praterie marine,” spiega la Prof.ssa Ceccherelli.
Il ruolo delle aziende partner
Progetti di questa portata richiedono la partecipazione di aziende visionarie che credano in un futuro dove progresso economico e tutela ambientale vadano di pari passo. Smeralda Holding, realtà del territorio, e Pirelli, multinazionale globale, ne sono due esempi concreti.
“Da molti anni, Smeralda Holding investe nella sostenibilità e nella tutela degli ecosistemi marini attraverso azioni concrete, come l’installazione del campo boe di Cala di Volpe,” ha dichiarato Mario Ferraro, CEO di Smeralda Holding. “Questo progetto, avviato 20 anni fa, ha rappresentato un primo passo concreto nella protezione dei nostri fondali e della Posidonia, regolamentando l’accesso alla baia. Preservare il territorio e il mare della Costa Smeralda è per noi una priorità, così come trovare nuove modalità per concretizzare questo impegno. Il progetto Blue Forest—che abbiamo sostenuto fin dall’inizio—è un esempio tangibile. Collaborazione e visione condivisa sono essenziali per affrontare la sfida della tutela della biodiversità in Costa Smeralda, e speriamo che molti altri attori si uniscano per rendere questo modello replicabile in altre destinazioni turistiche.”
“La protezione della biodiversità è un pilastro della strategia di Pirelli, e i nostri investimenti in ricerca e sviluppo mirano a soluzioni che riducano l’impatto ambientale. Crescita economica e tutela della natura devono procedere insieme, ed è per questo che Pirelli è orgogliosa di sostenere One Ocean Foundation nel progetto Blue Forest. Sostenere il ripristino della Posidonia oceanica, pianta marina cruciale per l’ecosistema mediterraneo, significa proteggere un bene ecologico inestimabile e promuovere una visione del progresso che mette la natura al centro,” ha affermato Filippo Bettini, Senior Advisor per la Sostenibilità di Pirelli.
L’obiettivo della Fondazione è costruire una coalizione di imprese unite da un impegno comune nella protezione del capitale naturale blu, rendendo queste azioni sempre più scalabili e replicabili.
Il progetto Blue Forest di One Ocean Foundation
Blue Forest, il progetto di riforestazione marina avviato da One Ocean Foundation nel 2023, conta oggi quattro siti attivi in Liguria, uno in Puglia e uno in Sardegna. Fin dall’inizio ha coinvolto università, centri di ricerca e aziende, finanziando dottorati e campagne di sensibilizzazione sull’importanza della Posidonia oceanica per la biodiversità e la salute degli oceani.
Questa pianta marina, tutelata da normative internazionali, cresce esclusivamente lungo le coste del Mediterraneo fino a 40 metri di profondità e riveste un ruolo ecologico fondamentale. Forma vaste praterie sommerse che agiscono come barriere naturali contro l’erosione costiera e veri e propri hotspot di biodiversità, ospitando oltre 350 specie che le utilizzano come rifugio, fonte di cibo e luogo di riproduzione. Inoltre, è responsabile di circa l’80% della produzione di ossigeno costiero ed è una risorsa chiave contro il cambiamento climatico, in quanto immagazzina grandi quantità di CO₂ nei sedimenti marini, rimuovendola potenzialmente in modo permanente dall’atmosfera.
Jan Pachner, Segretario Generale di One Ocean Foundation, ha concluso:“L’espansione del progetto Blue Forest in Sardegna rappresenta un passo importante nella nostra missione di tutela degli ecosistemi marini e valorizzazione del capitale naturale blu. Agire concretamente per proteggere e ripristinare le praterie di Posidonia significa salvaguardare la biodiversità e promuovere la salute degli oceani, da cui dipende il nostro futuro. Questa iniziativa nasce dalla collaborazione tra organizzazioni, aziende e istituzioni—una rete concreta di alleanze che dimostra come la cooperazione sia la chiave per affrontare le sfide ambientali e costruire una vera transizione ecologica.”