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Questa review esamina l’impatto diretto e indiretto dell’acquacoltura sull’oceano e le migliori pratiche per ridurre le pressioni del settore sull’ambiente marino.
Oggi circa il 50% del cibo acquatico consumato dalle persone proviene da allevamento, e si stima che entro il 2030 l’acquacoltura fornirà due terzi della produzione globale di prodotti ittici destinati al consumo umano. Considerata la crescente importanza del settore, è fondamentale garantire che le attività di acquacoltura siano condotte in modo sostenibile.
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Ti sei mai chiesto come l’industria dell’acquacoltura influisca sull’ecosistema marino?
Ecco i principali punti emersi dal nostro report:
- La costruzione di impianti di acquacoltura può causare la perdita e/o il degrado degli habitat, colpendo soprattutto le foreste di mangrovie e gli ecosistemi delle paludi salmastre nelle aree costiere.
- L’utilizzo di stock ittici selvatici per produrre mangimi destinati alle specie allevate può contribuire alla rottura delle catene alimentari e all’esaurimento degli stock a causa della pesca eccessiva.
- I pesci allevati possono accidentalmente fuggire e finire direttamente negli ambienti acquatici circostanti, contribuendo all’inquinamento biologico, poiché possono trasmettere parassiti, patogeni e malattie e competere con altre specie.